sentierando nel Ponente Ligure

Camminare è per sua forma esistere

Programma per sabato 31 marzo 2012

E’ giunta l’ora!!!!!Sabato Castellermo e Circo del Barei…………..

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Anello Madonna del Lago Monte Dubasso Colle San Bartolomeo d’Ormea Madonna del Lago

24.03.2012

La partenza viene anticipata alle ore 7.30 perche’ il punto di partenza dell’escursione si trova a circa 48 km di distanza. La nostra meta è Alto, il comune piu’ a sud della provincia di Cuneo, bellissimo paesino della Val Pennavaire. Superato il piccolo borgo saliamo ancora in macchina per un breve tratto in direzione di Caprauna e poi, subito dopo una fontana sul bordo della strada, giriamo a dx e saliamo verso Madonna del Lago. Subito dopo l’edificio religioso sulla dx vi è un ampio parcheggio che fa per noi. Siamo a circa 1000 m. di altezza ed il luogo è magnifico. La giornata è splendida con un cielo solcato da bianche nuvole affatto minacciose. La temperatura è gradevolissima ed anticipa gia’ il caldo che troveremo salendo(complice la pendenza). Percorriamo ancora un tratto di asfalto, superiamo un evidente bivio con una strada in cemento(che percorreremo al ritorno) e ci inoltriamo nel bosco. Fin da subito il paesaggio è magnifico col Galero che ci sta davanti e la rocca Asperiosa che mostra i suoi torrioni e le sue bellissime formazioni rocciose. Dopo breve tratto i primi magnifici incontri con un dente di cane gia’ fiorito ed i primi crochi. Il fascino del luogo è qualcosa che si avverte sulla pelle e tutto il gruppo avverte quasi la sacralita’ di tanta bellezza. Ci inoltriamo vieppiu’ nel bosco sinche’ dopo breve tratto svoltiamo a sinistra su sentiero in ripida pendenza segnalato da un triangolo rosso pieno. La segnaletica appare rifatta di fresco per cui questo passaggio, spesso descritto come insidioso per la possibilita’ di errori, non presenta nessun problema, cmq un po’ di attenzione non guasta. In pratica seguiremo il triangolo rosso sin sulla vetta del Dubasso. Il sentiero comincia a salire in maniera davvero decisa ed il tratto è veramente impegnativo.Il paesaggio è davvero fantastico ed aiuta nella faticosa ascesa. Quando giungiamo intorno alla quota di 1400 m. arriviamo ad una svolta a sx nella quale il nostro triangolo rosso ci fa da guida sicura ma è davvero necessario prestare la massima attenzione per non sbagliare. L’ultimo tratto è veramente impegnativo con pendenza da “capre” (che incontreremo davvero!) e attraversamento di una pietraia con qualche tratto sconnesso. Finalmente con un ultimo sforzo giungiamo in vetta. Il panorama è strepitoso e la fatica ampiamente ripagata. Facciamo qualche foto a fianco della croce di vetta e ci rifocilliamo un po’ dopodiche’, complice un venticello pericoloso per il nostro sudore, decidiamo di ripartire dirigendoci verso il Colle San Bartolomeo d’Ormea. La discesa è in pratica un pianoro prativo a scarsa pendenza che tra crochi e pini nani ci conduce al Colle appena citato. I luoghi ed i monti circostanti sono davvero emozionanti e ci sentiamo davvero bene come se(ma è proprio cosi’!) la nostra dimensione trovasse in quella sede la sua massima espressione. Ora il progetto originale avrebbe previsto una deviazione a dx e l’intrapresa della carrareccia verso l’Armetta ma forse avevamo sottovalutato i tempi di percorrenza e cosi’ decidiamo di lasciare l’ascesa all’Armetta ad un prossimo giro con partenza da Caprauna. Percorriamo cmq un tratto dell’ampia carrareccia in direzione di Caprauna sino all’inizio del tratto in cemento dove, approfittando di uno spiazzo erboso, facciamo sosta. Ripresa la via del ritorno ripercorriamo a ritroso la strada fin nei pressi del Colle S.Bartolomeo subito prima del quale sulla destra prendiamo una traccia che si dirige in discesa attraversando la conca prativa in cui si vede nettamente una vasca a superficie di raccolta dell’acqua. La superiamo sulla sinistra e ci ricongiungiamo con l’evidente carrareccia che sarebbe la nostra strada di ritorno. Dico sarebbe perche’ dopo breve tratto prendiamo sulla sinistra una evidente traccia che correndo quasi in piano nel bosco si dirige verso sud. In questo tratto incontriamo, proprio nei pressi di una magnifica casa di pietra abbandonata, una folta colonia di Scilla Silvestre e i primi fiori di genziana dal magnifico colore. Proseguendo giungiamo davanti ad un ripetitore dall’alto traliccio. Subito dopo la costruzione inizia un ripido sentiero, evidentemente percorso dagli animali al pascolo, che si precipita verso la Rocca Asperiosa e quindi verso il fondovalle in cui in lontananza si intravede prima la chiesetta della Madonna del lago e ancor piu’ in basso Alto. La digressione, rispetto alla carrareccia prevista, si dimostra veramente fantastica con un paesaggio fatto di aspre roccie e boschi di conifere. Continuiamo a scendere sempre su evidente sentiero  e compiamo un’altra digressione visitando il monumento commemorativo del partigiano Felice Cascione, il medico che compose il famoso brano “Fischia il vento” divenuto l’inno delle brigate partigiane nel Nord Italia. Riprendiamo quindi la discesa riportandoci sull’iniziale sentierino e quindi con un ultimo tratto in discesa sulla originale carrareccia che con facile percorso a scendere ci riporta al parcheggio di partenza.

Lunghezza(comprese le digressioni) circa 12 km

Giudizio: percorso col tratto in salita davvero impegnativo ma con scorci panoramici fantastici. Davvero interessanti i riferimenti botanici e floreali(ed eravamo solo al 24 marzo!). Da fare assolutamente(aprile inoltrato e maggio sarebbero l’optimum).

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Programma per sabato 24.03.2012

Le previsioni meteo per sabato prossimo sono buone e pertanto, come preparazione all’escursione a Castell’Ermo prossima ventura, avrei pensato col vostro consenso (ho imparato da Monti si vede?) di andare a fare il giro da Madonna del Lago, Monte Dubasso, Colle S.Bartolomeo d’Ormea, Monte Armetta e ritorno ad anello. Si tratta appunto di un anello di circa 13 km che dai circa 1000 m. della partenza giunge in successione ai 1538 del Dubasso e poi ai 1739 dell’Armetta. Le viste sono spettacolari in particolare sulla Rocca Battaglina con dietro il Galero e poi il Pizzo d’Ormea, Antoroto e Bric Mindino. Data la distanza, non eccessiva ma cmq sensibile, del luogo di partenza sarebbe necessario anticipare un po’ la partenza. Inoltre sarebbe corretto procedere ad una compartecipazione delle spese di viaggio a favore di colui o coloro che metteranno a disposizione l’auto. Inserisco anche alcune mappe esplicative. Fate sapere. A presto. Maurizio

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Anello Finalborgo Rocca di Perti Montesordo Finalborgo

17.03.2012

Come gia’ anticipato nella presentazione programmatica del giro la necessita’ di rientrare abbastanza presto ci costringe ad una escursione non troppo lunga. Partenza ore 8 dalla Piazza del Tribunale( col recente restauro della facciata del Palazzo del Tribunale….visitatela), tutti puntuali e ben disposti imbocchiamo subito la via Beretta e cominciamo a salire verso i due castelli che sovrastano l’abitato del Borgo. Superiamo per primo Castel San Giovanni, di piu’ recente costruzione, e poi Castel Gavone (raggiungibile con una piccola deviazione ben segnalata) sempre percorrendo la magnifica strada ciottolata che a dispetto del tempo mantiene inalterata la sua bellezza. Giungiamo in breve a Perti ed alla Chiesa di Sant’Eusebio. Subito prima della chiesa imbocchiamo a sinistra un sentiero ben evidente segnalato da un segnavia bianco e rosso a mo’ di bandiera. Trascuriamo una iniziale deviazione a sinistra e proseguiamo sul sentiero che comincia a salire in maniera piuttosto impegnativa, inizialmente tra coltivi di ulivo e poi tra boschi di lecci. Il sentiero è comunque magnifico, ben pulito e ben segnalato, e continua a correre parallelamente alla Val Pora in direzione Calice. Si giunge qiindi ad un ampio spazio erboso dove si incontra l’ampia carrareccia proveniente dalla localita’ Chiazzari. Siamo in pratica nello spazio antistante la cava. La collina davanti a noi porta i segni degli antichi lavori di utilizzo delle pareti per ricavarne pietra. Proseguiamo quindi sempre seguendo gli evidenti segnavia bianco-rossi affrontando ora un tratto di sentiero davvero affascinante che corre alla base delle pareti rocciose utilizzate dagli scalatori. Le pareti mostrano il loro fascino ed i loro colori ora forti ora ingentiliti da qualche timido raggio di sole. Passiamo sotto una di queste pareti dalla caratteristica forma di “Prua di nave” e proseguiamo sempre alternando tratti piu’ impegnativi con tratti quasi in falsopiano. Il paesaggio è tipicamente ligure fatto di macchia mediterranea e di profumi delicati. Arriviamo ad un primo punto panoramico(attenzione allo strapiombo!) e poi proseguiamo sul sentiero che inizia a scendere.Dopo un breve tratto incontriamo il sentiero che sale da Montesordo e che percorreremo al ritorno. Quindi anziche’ imboccare il sentiero a dx svoltiamo a sx e con un breve tratto in salita giungiamo sulla sommita’ della Rocca dove si trova la Croce di vetta con relativo quaderno di firma(alt. 396 m.). Il panorama è decisamente accattivante e persino lo svincolo autostradale visto dall’alto ha un aspetto meno invasivo.Torniamo ora sui nostri passi e giunti all’incrocio col sentiero che sale da Montesordo lo imbocchiamo decisamente cominciando a scendere in modo sensibile. Arriviamo ad una grotta bicamerata con doppia apertura e poi riprendendo a scendere giungiamo in breve nello spiazzo di Montesordo utilizzato dai rocciatori come parcheggio. Presenza di un punto acqua. A questo punto, volendo, si potrebbe percorrere la strada asfaltata che con percorso lineare torna a Perti, invece imbocchiamo la carrareccia in direzione Pianmarino, superiamo la chiesetta di San Carlo ed imbocchiamo immediatamente dopo un sentierino in discesa segnalato con 3 pallini rossi. Attraversiamo un rio e risaliamo sulla sponda opposta incrociando un sentiero, se andassimo a sinistra ci dirigeremmo verso Pianmarino o subitamente sull’irto sentiero che conduce alla Grotta Pollera, invece svoltiamo a destra su sentiero ben tracciato anche se privo di segnavia. Trascuriamo successive deviazioni a sx che risalgono alle pareti di roccia e che condurrebbero al sentiero che sale da Case Valle per S.Antonino e Castrum Perticae e continuiamo in falsopiano e poi in discesa passando anche un tratto leggermente fangoso. Degne di nota alcune “colonie” di pervinca ed un porticato di una cascina (vedi foto). Al termine del sentiero torniamo sulla strada asfaltata gia’ citata in precedenza e riprendiamo in direzione Perti. Arrivati all’altezza della chiesetta di San Bernardo prendiamo una deviazione a sinistra che passa sotto la chiesetta e su sentiero ben tracciato scende verso la Valle Aquila. Il sentiero continua fino a giungere ad un gruppo di case in posizione elevata da dove il sentiero comincia a scendere in maniera piu’ decisa percorrendo la Valle Aquila sul lato destro. Si prosegue cosi’ sino a giungere nei pressi di un lavatoio ancora oggi utilizzato e quindi a Finalborgo.

Lunghezza: circa 8 km

Giudizio: Percorso seppur breve decisamente interessante. Begli scorci panoramici ed interessanti i riferimenti antropici e botanici.

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Programma per sabato 17.03.2012

Sabato prossimo per favorire la ormai tradizionale presenza di tutti gli amici sulle alture di Le Manie per il passaggio della Milano-Sanremo, faremo un giro piu’ ridotto ma non per questo meno interessante…..l’obiettivo è la Rocca di Perti salendo dal sentiero di recente ristrutturato alle spalle della Chiesa di S.Eusebio e ritornando poi a Montesordo e quindi a Finalborgo (luogo anche di partenza)….il totale è di circa soli 7 km che pero’ viene proprio alla bisogna……

Un saluto a tutti. Maurizio

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Anello Colla del Termine Baraccone Burot Nocetta Colla del Termine

 Come al solito partenza alle ore 8, rotta Colla del Termine che raggiungiamo passando da Vezzi e prendendo la strada mista asfalto-sterrato per le Rocche Bianche e proseguendo su ampia carrareccia sterrata per Colle del Termine. Il fondo stradale è buono e cosi’ non abbiamo particolari problemi nel trasferimento. Lasciamo la macchina in uno spiazzo e si parte…..la temperatura è particolarmente rigida ed il vento fa la sua parte ma abbiamo fiducia……imbocchiamo subito sulla destra l’Alta Via seguendo la segnaletica che non abbandoneremo piu’ sin nei pressi del Forte di Altare…..la strada inizia a salire abbastanza sensibilmente su fondo compatto in mezzo ad un fitto bosco nel quale cominciano ad intravedersi i primi segnali di risveglio primaverile…..il tratto iniziale rimane molto all’ombra e questo acuisce la sensazione di freddo  ma  il dislivello che superiamo ci aiuta….terminata questa parte in salita il percorso diviene piu’ agevole con tratti in falsopiano ed in breve giungiamo al Forte Baraccone. Breve visita alla struttura, in stato di notevole degrado, e poi ripartiamo sempre seguendo i segnali dell’Alta Via. In pratica la nostra escursione sara’ un periplo del complesso montuoso costituito in sequenza dal Monte Baraccone e dal Monte Burot. Superiamo alcuni bivi in cui restiamo sempre fedeli all’Alta Via sinche’ ad un ulteriore incrocio preferiamo seguire una evidente carrareccia che corre parallelamente all’Alta Via ma piu’ in basso. In pratica sulla nostra sinistra lungo la direzione di marcia corre la valle che da Altare raggiunge Bormida e poi sale verso il Colle del Melogno. Lungo il percorso incontriamo una bellissima “colonia” di Campanella comune (Leucojum nivalis L.)(vedi foto) bellissimi fiori protetti delle nostre montagne. La cosa interessante e che in tutta la restante parte del giro non ne incontreremo piu’ facendo cosi’ pensare che le condizioni per il loro sviluppo risentano in maniera notevole della necessita’ di un microclima particolare. Ora il sole comincia a salire nel cielo ed anche il vento comincia ad essere meno teso e freddo e le nostre mani ringraziano…..ci ricongiungiamo con l’Alta Via e cominciamo a scendere verso Altare superando vari tratti di acquedotti sempre su ampia sterrata sinche’ giungiamo ad uno slargo da cui riusciamo a vedere molto nitidamente le strutture del forte di Altare. Se proseguissimo lungo la strada sin qui seguita scenderemmo al forte appena nominato, invece svoltiamo a dx sempre su una evidente carrareccia in direzione di Roviasca. Ora la parte è molto piu’ illuminata dal sole ed i segni della primavera incipiente sono piu’ evidenti…..proseguiamo cosi’ per circa 1,5 km sinche’ giungiamo ad un bivio nel quale imbocchiamo in salita sulla dx una evidente traccia segnalata da 3 pallini rossi a triangolo. Il tratto iniziale è piuttosto impegnativo ma sempre su fondo compatto. Successivamente il percorso alterna tratti in piano e brevi salite attraversando un paresaggio via via piu’ dolce….gli incontri floreali si fanno piu’ frequenti, merito di una esposizione solare generosa e di un riparo dai freddi venti di tramontana. Giungiamo quindi ad un’ampia conca prativa nei pressi della Cascina Nocetta e proseguiamo su un tratto decisamente impegnativo al cui termine sbuchiamo nuovamente sulla strada dell’andata proprio nei pressi del Forte Baraccone, Non ci resta che ripercorrere un breve tratto dell’Alta Via, gia’ percorsa all’andata, e fare ritorno al parcheggio.

Lunghezza 14,2 km circa

Giudizio: giro boschivo con qualche vista paesaggistica. Interessanti i riferimenti botanici. L’ampia copertura arborea la rende congliabile nei mesi caldi.

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campanellina2

campanellina

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Programma per sabato 10.03.2012

Ho approfondito molto l’argomento Castell’Ermo…..ci sono varie possibilita’……da Borgo di Curenna(la meno bella), da Borgo di Nasino (migliore) e poi (quella che mi attira di piu’) da Conscente con passaggio tutto in cresta sino a Monte Nero, S.Calogero, Castell’ermo ed arrivo a Nasino…quest’ultima evidentemente con l’uso di due o piu’ autovetture……inoltre una complicazione(splendida peraltro) sarebbe quella di riuscire a scendere in mezzo ai torrioni del Circo du Barei ma questo richiede un po’ di tempo e pazienza….infine ultima considerazione, dato che da quel che ho letto e visto in foto il giro potrebbe essere il piu’ bello fatto finora, vorrei, se siete d’accordo, che anche Luigi di ritorno dalla Sardegna fosse della partita…..quindi ne potremmo parlare sabato prox ed in quella occasione potrei darvi molti piu’ ragguagli oltre al fatto che nel frattempo potreste fare una piccola ricerca in internet per saperne di piu’……quindi detto tutto questo vengo invece alla proposta per sabato 10.03.2012.
Il giro prevedrebbe la visita delle fortificazioni e batterie del Burot e del Baraccone compiendo un anello che dalla Colla del Termine passando per le Nocette ed andando in direzione Altare ritornasse appunto al punto di partenza toccando il Burot ed il Baraccone. Dobbiamo quindi arrivare con la/le macchine alla Colla del Termine passando dalla Rocche Bianche. Allego una cartina, non bellissima, ma sufficiente, in cui il percorso è evidenziato da frecce nere. Fate sapere………
Ciao a tutti. Maurizio.

 

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Anello Boissano San Pietrino Monte Ravinet San Pietro ai Monti Boissano

Partenza come al solito alle ore 8….fa parte del gruppo anche il caro amico Roberto che lasciate le terre parmensi è venuto a trovare un po’ di Liguria….arriviamo nel parcheggio davanti alla chiesa di Boissano intorno alle 8.25 e da qui iniziamo a salire immediatamente tra le case di Boissano seguendo le indicazioni X rossa. Questo sentiero sale lungo il crinale che separa la Val Nimbalto(a est) dalla Val Varatella(a ovest). Il meteo non ci è particolarmente favorevole in quanto la presenza di nuvole basse ci lascia pensare che salendo avremo poca visuale sui magnifici panorami…ma tant’è e quindi prendiamo a salire di buona lena.In breve passiamo Case Fossae e giungiamo a San Pietrino. La chiesetta molto bella nella sua semplicita’ è ubicata in un luogo estremamente panoramico mortificato purtroppo dal meteo di cui sopra. Da qui scegliamo di seguire il segnavia X rossa che condurrebbe al Rifugio del Carmo evitando il segnavia = rosso che condurrebbe a San Pietro ai Monti e che invece percorreremo al ritorno. Il percorso è abbastanza impegnativo ma il paesaggio ricompensa lo sforzo….notiamo la presenza di moltissimi ginepri anche di notevoli dimensioni segno probabile di assenza di incendi da molto tempo e la presenza di cavalli al pascolo allo stato semi brado. La natura è aspra e risente dell’ultimo periodo molto freddo e purtuttavia l’euphorbia, l’elleboro  ed il timo rialzano la testa facendo presagire, insieme al cisto, l’orgia di colori e profumi della tarda primavera. Il sentiero continua cosi’ in bella evidenza sino a giungere ad un tratto erboso in cui la vegetazione cambia aspetto divenendo meno arcigna e piu’ boschiva. Attenzione in questo tratto a non perdere i segnali non piu’ evidentissimi. Comunque con un po’ di attenzione e risalendo il crinale lentamente catturiamo qua e la’ segni su pietre e alberi che ci mantengono sulla retta via. Giungiamo infine ad un bivio in cui a destra proseguiremmo per il Monte Carmo mentre a sinistra ci dirigiamo a San Pietro ai Monti. Prendiamo quest’ultimo ed arriviamo dopo pochi metri ad una bella costruzione in pietra ancora ottimamente conservata chiamata Casa del Fò (del Faggio). Dal pianoro davanti alla casa prendiamo le indicazioni segnate come pallino rosso pieno. Percorriamo un primo tratto di sentiero facile poi il territorio cambia radicalmente aspetto divenendo roccioso e decisamente impervio. Perdiamo un paio di volte il segnavia e siamo costretti a tornare indietro….(indubbiamente la nebbia non ci aiuta) ma con pazienza recuperiamo il segnale per la verita’ ridipinto da poco molto bene. I passaggi sono talvolta un po’ esposti ma sempre cmq in sicurezza ed il paesaggio arcigno ed apparentemente inospitale mostra invece un fascino che meriterebbe un po’ sole e di azzurro. Il sentiero continua cosi’ tra tratti piu’ facili ed altri meno sinche’ diviene piu’ semplice e facilmente percorribile andando a sbucare alle spalle di San Pietro ai Monti. Il luogo raggiunto cosi’, provenendo dalla nebbia, ci appare ancora di piu’ pieno di maestosita’ e di solida presenza. Compiamo una breve perlustrazione ripromettendoci di tornare con condizioni meteo migliori e riprendiamo la via in discesa utilizzando il sentiero =rosso. Questo scende con tornanti ripidi in uno splendido paesaggio, brullo e talvolta arido, ma sempre decisamente pieno di fascino .Qualche fugace raggio di sole che illumina la valle ci lascia intravedere magnifici squarci di panorama che torneremo a rivedere ancora. Continuiamo a scendere arrivando ad un bivio in cui lasciamo a destra il sentiero che scenderebbe alle Grotte di Toirano e riprendendo il nostro X rossa, gia’ percorso all’andata, che ripassando da San Pietrino ci conduce nuovamente a Boissano ed al parcheggio di partenza.

Lunghezza tra 12 e 13 km

Giudizio: Percorso splendido per paesaggio, natura e resti della civilta’ religiosa e contadina. Da effettuare tassativamente in giornate soleggiate per non sminuirne l’enorme valenza panoramica.

p.s. Il sentiero inpartenza da Ca du Fo e segnalato con pallino rosso pieno non si ritrova su nessuna mappa perche’ di recente inserimento. Prestare attenzione nella programmazione delle uscite.

San Pietrino

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