sentierando nel Ponente Ligure

Camminare è per sua forma esistere

22.06.2013 Anello della 24 ore di Le Manie (versione 2013)

Quasi tutti avranno sentito parlare della 24ore di mtb che annualmente si svolge a Finale Ligure in zona Le Manie, come quasi tutti conosceranno la bellezza ed unicita’ del comprensorio che sta alle spalle delle spiagge finalesi, ma credo pochissimi (nessuno?) abbia pensato di percorrere l’anello della gara mtb a piedi a mo’ di escursione. Conoscevamo bene tutti i sentieri dell’Altopiano delle Manie ma la bravura degli organizzatori della gara mtb è consistita nel  preparare il percorso raccordando i vari sentieri in un anello interamente pedalabile e di una lunghezza consistente (11.5 km). Allora perche’ percorrerlo a piedi? Per due ordini di fattori: primo perche’ percorrere un anello consente di ritornare al luogo di partenza dove si è lasciato il mezzo di locomozione; secondo perche’ la bellezza dei luoghi attraversati ben si presta ad una percorrenza podistica.

Non mi dilunghero’ qui sul percorso ne’ sulle varie e numerose deviazioni che continuamente si devono effettuare. Mi basta dire che i panorami ed i paesaggi sono mozzafiato e che la valenza botanica è davvero notevole. Vi rimando alla traccia che allego e che potrete usare navigandola con uno smartphone o aiutandovi con qualche mappa del comprensorio che trovate su internet o che potete acquistare nelle edicole e librerie della zona.

Lunghezza: 11,5 km senza grossi dislivelli ma con un continuo su e giu’ divertente ma sicuramente allenante.

 

Giudizio: percorso affascinante su paesaggi di rara bellezza. I sentieri sono quasi tutti segnati ma non trovate le indicazioni per la 24h per cui le continue deviazioni vanno monitorate in altro modo(vedi guida oruxmaps sulla destra). Da non percorrere nelle giornate di piena estate stante il terreno roccioso.

Traccia google earth kml  https://www.box.com/s/cfsiqsm8ydrp0nkmda5l

Traccia google earth kmz   https://www.box.com/s/pluibgy7x9kwho0ft6m2

percorso 24ore24ore2013altim.

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15.06.2013 Anello Cascate dell’Arroscia, Poilarocca, San Bernardo di Mendatica, Mendatica.

Partenza in perfetto orario da Finale L. alle 7.20. Autostrada sino ad Albenga poi statale per Pieve di Teco Col di Nava, direzione Mendatica. Distanza di circa 60 km. In un’ora circa siamo a Mendatica e parcheggiamo nella piazzetta sottostante la Chiesa.Alle 8.30 inizia l’escursione. Subito si imbocca la strada asfaltata in discesa e dopo pochi metri una evidente deviazione a destra , ben segnalata, ci indica le cascate. Il percorso nel primo tratto è facile su strada decisamente percorribile. Dopo poco  una deviazione sulla destra, anche questa ben indicata, ci fa entrare decisamente nel bosco. Il sentiero è magnifico e la pendenza in questa prima parte non è sensibile. Il rumore delle cascate, ricche di acque, si fa sentire da subito anticipando all’orecchio quel che vedra’ l’occhio. Giungiamo quindi alle cascate e capiamo da subito che la pur minima fatica fatta per giungervi è stata ampiamente ripagata. Certo dire che sono le piu’ “grandi” cascate di Liguria non è notizia che possa impressionare data la natura dei nostri fiumi e torrenti pero’ il colpo d’occhio e la suggestione non è proprio niente male. La ricchezza di acqua derivante da questa primavera cosi’ prodiga si manifesta tutta e la bellezza del luogo ci affascina. Effettuata la sosta fotografica ripartiamo con destinazione Poilarocca. Il sentiero sempre ben tracciato attraversa megnifici boschi di faggi dove anche i maggiociondoli si mettono in bella vista. Affrontiamo qualche tratto piu’ impegnativo reso comunque piu’ semplice dal fresco del bosco. Un sole, prima timido, poi sempre piu’ prepotente comincia a farsi vedere ed a dare nuove sfumature al verde che è ovunque. Incontriamo varie steli votive e finalmente giungiamo a Poilarocca: Il borgo, ormai in avanzato stato di deterioramento, ci accoglie con un caldo sole e con la spendida vista che finalmente si apre sui monti circostanti. Visitiamo il luogo e riprendiamo a salire verso la strada militare che ci ricondurra’ a San Bernardo. La salita in questo tratto è davvero impegnativa ma per fortuna abbastanza breve. Con un ultimo sforzo giungiamo sull’ampia carrareccia. Qui effettuiamo una pausa spuntino sempre avvolti da un caldo sole e da un’aria frizzante. Il paesaggio è davvero gradevole e la voglia di ripartire mica tanta! Pero’ tant’è ed iniziamo a scendere sull’ampia sede stradale. Da qui sino all’arrivo sara’ in pratica solo discesa. Il percorso si snoda gradevole tra distese di asfodeli e nei tratti dove il panorama si apre verso il fondovalle la nebbia e le nuvole basse che si sono accumulate sotto di noi danno qualcosa di magico e fiabesco alla vista. Con un ultimo tratto asfaltato giungiamo a San Bernardo; qui effettuiamo un rifornimento d’acqua alla fontana e poi svoltiamo a destra imboccando per un brevissimo tratto l’asfaltata che scende a Mendatica. Dopo pochi metri sulla sinistra, segnalato da simbolo bianco rosso, imbocchiamo un sentiero ed iniziamo ascendere. Dopo pochi metri facciamo un bellissimo incontro con alcuni esemplari di Aquilegia dai fiori magnifici (vedi foto) e continuando a scendere ci troviamo attorniati da Cephalanthere, una varieta’ di orchidacee, in quantita’ industriali! Il sentiero tutto zigzagante è davvero magnifico e scende a tratti anche sensibilmente. Il fondo, spesso con sassi umidi, deve indurre alla prudenza stante la facilita’ alle scivolate. Seguendo sempre i segnavia bianco-rossi giungiamo ad inrociare l’asfaltata di cui sopra che pero’ abbandoniamo dopo pochi metri imboccando nuovamente sulla destra il sentiero. In questo tratto è particolarmente scivoloso e qualcuno del gruppo ne fa le spese senza per fortuna avere grossi danni. Il sentiero termina all’ingresso del paese di Mendatica dove una strada lastricata comincia a scendere decisamente. Ed è qui che facciamo la piacevole scoperta col borgo. Le case, molto ordinate e ben tenute, danno spazio spesso a porticati o loggioni di bella fattura, talvolta impreziositi da disegni ed affreschi. I vasi di fiori e la pulizia assoluta fanno capire l’amore dei cittadini per il loro paese. Davvero una bella sorpresa! Quasi in fondo al paese svoltiamo a destra e con un ultimo tratto asfaltato ci ricongiungiamo al parcheggio di partenza.

Lunghezza: circa 11 km, con alcuni tratti impegnativi. Ma nel complesso alla portata di tutti.

 

Giudizio: gia’ solo le cascate valgono il prezzo del biglietto ma anche il borgo di Poilarocca ed il bellissimo e pulito bosco non sono da meno. Notevoli i riscontri botanici con magnifica fioritura di asfodeli, maggiociondoli, aquilegia e vari tipi di orchidee.Infine un cenno merita anche il bel borgo di Mendatica, vera sorpresa della nostra escursione.

traccia kmz: https://www.box.com/s/dzo7njrin6h1qbcjo4gv

percorso anello cascate2cascate1cascate2PoilaroccaPoilarocca2panoramaCephalantheraAquilegia

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08.06.2013 Anello Rocche Bianche, ex Palazzo de Mari, Colla del Termine, Monte Alto, San Giacomo, Rocche Bianche.

Come sempre partenza da Finale Ligure con direzione Vezzi Portio e successivo imbocco, proprio di fronte al comune di Vezzi, della carrareccia(inizialmente in asfalto) che si dirige verso le Rocche Bianche. Il fondo è discreto e richiede solo un po’ di attenzione per non rovinare il fondo dell’auto. Giungiamo cosi’ alle Rocche intorno alle 8.30 e nello spiazzo ampio davanti al monumento parcheggiamo. L’aria è frizzante ma la giornata bella. Partiamo di buona lena risalendo la carrareccia in direzione Colla del Termine. Dopo un paio di km circa incontriamo sulla destra la deviazione per il sentiero dei 5 Ponti che imbocchiamo. Cominciamo a scendere, anche decisamente, sempre seguendo la strada principale disinteressandoci di alcune deviazioni che si incontrano, sinche’ dopo circa 1 km inontriamo, nei pressi di una cascina abbandonata, una deviazione sulla sinistra. La deviazione, per quanto abbastanza evidente, non ha alcuna indicazione ne’ contrassegno (vi invito pertanto ad utilizzare la traccia che vi allego in formato kmz). Presa questa deviazione dopo breve giungiamo nei pressi della cascina abbandonata menzionata in precedenza. Qui avviene la ricongiunzione con una evidente carrareccia. Svoltiamo decisamente a sinistra sull’ampia sede stradale riprendendo a salire gradualmente. Il fondo è ottimo e dopo breve tratto giungiamo nei pressi di una costruzione, in parte lesionata e pericolante, posta in un punto estremamente panoramico sul Golfo Ligure di Levante. Si tratta dell’ex palazzo della famiglia del Marchese de Mari, costruito nel 1835, su un latifondo che la sua famiglia aveva acquisito nel 1722. Ora la costruzione mostra evidenti segni di abbandono, ma le dimensioni e la annessa cappella di Sant’Anna, nonche’ la presenza di vicine costruzioni piu’ piccole ( case per i mezzadri?) fanno pensare che la zona, ora ormai divenuta bosco, fosse un tempo coltivata. Dopo una visita alla struttura (prestare attenzione!!!) riprendiamo la carrareccia e salendo gradualmente giungiamo alla Colla del Termine, punto di snodo nevralgico nel passato per i rapporti tra la costa e la pianura padana. Sulla sinistra (provenendo dalle rocche bianche), proprio di fianco a dei tavoli da picnic si diparte in salita un sentiero piuttosto evidente e che sara’ la nostra strada per la prosecuzione dell’anello. Inizialmente in salita piu’ decisa diviene poi piu’ alterno con tratti piu’ facili, correndo sempre sul crinale che divide il lato mare da quello propriamente interno. Il sentiero in questo tratto è davvero gradevole e la vista sulla Val Bormida fa spaziare l’occhio sino alla cerchia alpina. Dopo aver superato un tratto spianato per il taglio del bosco giungiamo finalmente alla Colla delle Tagliate individuata dalla presenza di paline del metanodotto. Se andassimo a destra scenderemmo, con piacevolissima stradina boschiva, sulla carrareccia che da Mallare risale a San Giacomo, invece prendiamo a sinistra scendendo nel bosco e dopo circa 100 metri prendiamo un evidente sentiero contrassegnato sia da una riga bianca ed una rossa sia da una R rossa(scopriremo poi cos’è) con l’indicazione per Monte Alto. Il sentiero in questo tratto risale magnificamente il crinale all’interno di un meraviglioso bosco. La pendenza, dopo un primo tratto, di tipo medio diviene via via piu’ decisa sino ad essere davvero impegnativa. Con un ultimo sforzo giungiamo in cima dove una targa ricordo ci segnala che siamo arrivati ai 956 m. del Monte Alto e che il tracciamento del sentiero è dovuto al gruppo “La Rocca” (ed ecco il perche’ della R rossa come segnavia) . In questo punto la vista spazia sia sul versante occidentale marino sin verso l’estremo ponente ligure sia verso quello orientale col Savonese e Genovese: è davvero un punto magico che ripaga della dura fatica per giungervi. Arrivati a questo punto dovremmo tornare indietro, ripercorrere in discesa il sentiero sino all’imbocco e poi, girando a destra, dirigerci nuovamente verso le Rocche Bianche ma valutando la geografia del luogo e vedendo che il metanodotto discende il monte dirigendosi verso San Giacomo lasciando un’ampia traccia percorribile, decidiamo di scendere direttamente la montagna con direzione San Giacomo. La discesa che paventavamo piu’ complicata si rivela invece decisamente semplice ed in circa 1 km sbuchiamo alla Colla di San Giacomo proprio dietro al cippo commemotativo che li si trova. Da qui seguendo l’ampia carrareccia in discesa ci riportiamo verso le Rocche Bianche incontrando la strada gia’ percorsa al mattino alla partenza.

Lunghezza: circa 14 km con dislivello complessivo medio.

 

 Giudizio: percorso estremamente interessante per la valenza storico/economica della zona con interessante ascesa al Monte Alto ed ai suoi scorci panoramici. Interessante senz’altro il “!fuoripista”  dal Monte Alto alla Colla di San Giacomo. Nessuna difficolta’ di percorso ma alcuni tratti decisamente impegnativi come pendenza. Sentieri non tutti segnati ma nel complesso di non difficile orientamento.

Percorso giro originale: https://www.box.com/s/5f4plbgirbushuyneymf

 

Percorso effettuato con “divagazione” dal Monte Alto:https://www.box.com/s/2luvbfqkirm5ir5breh1

percorso effettuato

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01.06.2013 Anello Finalborgo, Via del Purchin, Rocca di Perti, Calice Ligure, Bracciale, Sentiero degli Alpini, Finalborgo

Su suggerimento di un membro del gruppo (Lele) proviamo a fare il giro come da titolo con l’unico dubbio della discesa al ritorno su Finalborgo cercando il “sentiero degli alpini” che nessuno di noi ha mai percorso. Giornata finalmente tiepida e partenza alle ore 8 dalla Piazza del Tribunale a Finalborgo. Saliamo la Via Beretta col Castel San Giovanni ed il Castel Gavone in rapida successione sino a giungere a Perti Alto. Qui aggirando sulla sinistra la chiesa di Sant’Eusebio troviamo le indicazioni (striscia bianca e rossa sovrappo0sta) della Via del Purchin. E’ questo un sentiero recentemente risistemato che con decisa pendenza sale verso la Rocca di Perti passando davanti alla Cava. Il profumo della ginestra in fiore è decisamente inebriante e la mente corre lontano nel tempo ai ricordi legati ai profumi dell’infanzia. Giungiamo cosi’ sulla Rocca di Perti arrivando alla Croce di vetta. Non scriviamo nulla sul quaderno per i visitatori perche’ abbiamo gia’ lasciato traccia recente di un nostro passaggio. Ammiriamo lo splendido panorama e poi ricominciamo a scendere in direzione dei Cianassi ossia quell’ampio spazio che si trova al termine della strada asfaltata che da Perti si dirige verso Montesordo. Il nostro segnavia è sempre dato dalla riga bianca e rossa sovrapposte. Giunti ai Cianassi facciamo rifornimento di acqua alla fontanella e poi ci dirigiamo verso il crinale di Calice Ligure imboccando l’ancora bel ciottolato che inizia a scendere decisamente. Dopo circa 150 metri imbocchiamo una deviazione sulla destra (attenti a non imboccare la prima che incontrate) ed in breve costeggiando una recinzione di una bella casa giungiamo sull’asfalto. Qui dirigendoci verso destra e passando a fianco del cimitero  giungiamo nell’abitato di Calice Ligure. Attraversiamo il ponte sul Pora prendendo la direzione per Eze Ca’ del Moro ma subito dopo il ponte lasciamo l’asfalto per imboccare una stradina ancora asfaltata che si inerpica tra le case divenendo poi un sentiero. Questo primo tratto termina in corrispondenza di una bella casa e subito si intravvede la prosecuzione del sentiero che inizia a salire  sensibilmente. Il fondo è stato di recente allargato con l’uso di un trattorino e sono ancora evidenti le tracce del mezzo. Salendo anche tratti impegnativi giungiamo davanti alla stele votiva e proseguiamo poi con un ultimo sforzo per l’ampia carrareccia. Arrivati quasi in cima alla strada e proprio prima che la sterrata confluisca sulla provinciale, sulla sinistra si diparte una evidente traccia (non segnata ma ben visibile) che con buona pendenza risale la collina. In breve si giunge davanti ad una postazione di caccia e sulla destra il sentiero inizia a scendere ricalcando la traccia del metanodotto. In questo tratto si incontra molta ginestra spinosa (donde il nome del sentiero) ma la percorrenza è facile ed il profumo fantastico. Continuando a scendere si incontra una vasca dell’acquedotto e poi una strada dove si svolta a destra in direzione di Gorra. Infatti in breve sbuchiamo proprio nella piazza della frazione finalese. Approfittiamo della fontanella e poi ci dirigiamo verso Finalborgo lasciando pero’ immediatamente la statale per prendere a destra la strada asfaltata che si dirige a Verezzi e Bracciale. Superata la chiesa di Gorra la strada scende decisamente e subito sulla sinistra si incontra la Cappella di Santa Rosalia. Da qui si diparte una evidente traccia in discesa che se percorsa per intero scenderebbe in Valgelata e quindi sulla provinciale per Calice, invece quasi subito prendiamo a destra una traccia segnalata come sentiero degli alpini. Siamo curiosi di vedere dove ci condurra’ anche perche’ se si dimostrasse una traccia valida potrebbe rappresentare una interessante alternativa per il ritorno a Finalborgo provenendo da Verezzi. Il sentiero inizia a scendere abbastanza gradualmente, supera una evidente fontana, e dopo un tratto piu’ ripido riprende a scendere sempre gradualmente correndo spesso in maniera parallela alla sottostante statale. Bello il contesto botanico e decisamente gradevole il percorso. Giungiamo cosi’ ad una evidente deviazione a sinistra che si dirige verso la “torretta” dell’Enel che si intravvede evidente dopo le prime curve della statale per il Colle del Melogno. Decidiamo pero’ di non scendere qui ma di continuare a seguire la traccia. Con un ultimo tratto leggermente piu’ impervio scendiamo proprio dove è stata costruita recentemente la rotonda di scorrimento per la zona industriale di Finale in corrispondenza del cimitero. Prestare attenzione all’uscita sulla statale perche’ punto pericoloso per la viabilita’. Da qui in breve giungiamo a Finalborgo ed al termine dell’anello.

Percorso: circa 12.5 km con qualche tratto impegnativo ma non troppo. Fondo sempre ottimo. Qualche leggerissima difficolta’ nell’ultimo tratto ma nulla di particolare. Non tutti i sentieri sono segnati anche se di facile rintracciabilita’. Si consiglia l’utilizzo della traccia che trovate in formato kmz piu’ sotto.

Giudizio: giro con interessanti punti panoramici e su sentieri davvero belli. Una rivelazione il sentiero che da Gorra scende a Finalborgo.

Percorso File kmz : https://www.box.com/s/elhazhv0w4txrc1728pd

percorso anello

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