sentierando nel Ponente Ligure

Camminare è per sua forma esistere

Anello Cunio – Rocca dei Corvi (da Vezzi)

Il punto di partenza effettivo del giro è raggiungibile in macchina prendendo la carrareccia sterrata ma in ottime condizioni che parte di fronte al Comune di Vezzi con direzione Rocche bianche. Terminato il tratto iniziale asfaltato la strada, come detto, diviene sterrata ma sempre perfettamente percorribile. Lasciata una deviazione a sinistra che scenderebbe sempre a Vezzi, si prosegue ancora per circa 800 metri sino a terminare il tratto in salita e giungere ad uno slargo dove si puo’ parcheggiare e da dove a destra parte una sterrata ben evidente. E’ la sterrata che se percorsa interamente attraversa il Bric Colombino dirigendosi verso il Monte Mao. La imbocchiamo ed iniziamo a scendere su percorso leggermente accidentato ma agevole. Incontriamo ben presto una deviazione a sinistra che prendiamo. La discesa continua su fondo comodo e privo di grandi problemi. Al termine di questa parte in discesa la strada si restringe divenendo un sentiero splendido che con andamento in falsopiano di dirige sempre piu’ all’interno della valle. Si supera una piccola frana con un breve passaggio a monte e sempre molto agevolmente si giunge alle case di Contrada(restaurate da poco e dal gradevolissimo aspetto) e quindi sulla strada asfaltata che salendo da Segno si dirige verso Ca’ dei Gatti e Rocche Bianche. La si imbocca in salita, si tralascia sulla destra l’ampia carrareccia che si dirige verso il mare ed invece si imbocca la successiva deviazione a destra che inizia a salire in maniera abbastanza decisa. Dopo circa 30’ termina la salita incrociando un’ampia sterrata che si imbocca a destra. Dopo breve tratto, si individua una ulteriore carrareccia che si stacca sulla sinistra e che si inoltra nel bosco (diversi segnavia). Si segue quest’ultima e dopo circa 100 m, si individua sulla sinistra la via diretta di salita alla Rocca (attenzione: alcune roccette da superare-per escursionisti esperti). Si prosegue invece oltre, seguendo sempre l’andamento principale della carrareccia e ignorando ogni deviazione sulla destra e dopo circa 30′ di cammino, affrontando alcune salitelle ripide, si raggiunge la dorsale e successivamente la sommità della Rocca dei Corvi.
Dalla vetta si raggiunge la vicina dorsale e la si percorre a sinistra, in senso contrario a quello dell’andata, sino al suo termine (Cima Sud della Rocca dei Corvi).
Da qui, ignorando alcuni segnavia tracciati sugli alberi (2 quadrati rossi vuoti), che indicano un problematico itinerario nel bosco (oltretutto con segnavia poco evidenti e scarsi) si devia invece a destra, su di una sterrata malridotta dal transito dei fuoristrada che, con ripida discesa porta in breve ad un bivio. Qui si curva decisamente a sinistra (nessun segnavia), e, ad un successivo bivio, si prosegue diritti, lasciando la via principale. Si effettua un lungo percorso in falsopiano nel bosco, sinchè, dopo alcune svolte ci si innesta su un’altra sterrata. Si segue quest’ultima sulla destra, in discesa, sinchè sfocia sull’asfalto della strada proveniente da Cunio e diretta alle Rocche Bianche. Si attraversa quest’ultima e ci si inoltra in una evidente stradina nel bosco (segnavia “due quadrati vuoti rossi” e “TA”), che dopo aver percorso una panoramica dorsale, effettua una ripida discesa sino a congiungersi con l’ampia strada che conduce a Vezzi. Siamo quindi tornati al punto di partenza.

Lunghezza: circa 11,6 km con qualche tratto piu’ impegnativo ma dal complessivo dislivello piu’ che abbordabile.

Giudizio: percorso panoramico e privo di particolari difficolta’. Gli scenari paesaggistici sono davvero suggestivi e l’anello si dimostra una ottima scelta.

file kmz: https://app.box.com/s/s8u3bkiamcqs7znixjir

 anello cunio rocca dei corvi altimanello cunio rocca dei corvirocca corvi3 rocca corvi rocca corvi 2

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06.06.2014 Anello del Bric Colombino

Il Bric Colombino, come sanno bene gli amanti della mtb, è una dorsale collinare che divide la Valle di Vado dalla fascia costiera da Spotorno a Bergeggi. Per chi percorre l’Aurelia provenendo da Noli in direzione di Savona risulta facile individuarlo alzando lo sguardo sulla sinistra e focalizzandosi sui ripetitori(chiamati in gergo “tabelloni”) ben evidenti sul tratto finale. Per giungere al punto di partenza si risale l’ampia carrareccia, inizialmente asfaltata, che proprio di fronte al Comune di Vezzi Portio si inerpica piuttosto arcigna in direzione delle Rocche Bianche. Dopo circa un paio di chilometri e tralasciata sulla sinistra un’ampia deviazione si giunge ad un nuovo bivio proprio in corrispondenza del termine del tratto impegnativo. Qui è possibile parcheggiare lungo i bordi della sede stradale. Imbocchiamo quindi sulla destra una bella sterrata che dopo un primo tratto in piano comincia a scendere anche in modo risoluto sempre con un discreto fondo. Arriviamo ad un primo bivio in cui tralasciamo a sinistra la strada che scende verso Cunio e proseguiamo sempre nel fitto del bosco con tratti altalenanti. Questo sara’ il tratto comune anche al percorso di ritorno. Arriviamo ad un evidente trivio. La prima deviazione a sinistra sara’ il percorso di ritorno. La deviazione piu’ a destra viene tralasciata ed imbocchiamo con decisione la carrareccia mediana. In pratica l’anello della escursione è costituito in realta’ da una struttura ad otto ben evidente dalla mappa che trovate al fondo dell’articolo. Il nostro percorso comincia ad arrampicarsi sensibilmente sempre correndo sul crinale in un contesto paesaggistico e botanico splendido. La fioritura di cisto e timo rende la macchia estremamente affascinante ed il profumo è intensissimo. Si continua cosi con saliscendi a volte piu’ impegnativi a volte meno sino a giungere ad un nuovo bivio(saremmo al punto centrale del percorso a 8 di cui vi ho detto). Se andassimo a sinistra giungeremmo ugualmente ai ripetitori pero’ passando lungo un tratto boschivo che aggetta sulla valle di Vado(e che sara’ il percorso di ritorno) , invece proseguiamo dritti cominciando a percorrere il tratto piu’ panoramico. Infatti qui lo sguardo si apre sul mare, a destra sul Golfo di Noli e Spotorno, davanti verso Vado Savona e Genova ed a sinistra verso la valle di Vado e gli abitati di Segno e Cunio con la soprastante Rocca dei Corvi anch’essa meritevole di una visita. In questo tratto il percorso è quasi in piano e sempre su fondo decisamente ottimo e giungiamo in vista delle antenne. Da qui si gode di un panorama a 360 gradi verso il mare e l’antistante Monte Mao caratterizzato anch’esso da una flora autoctona molto interessante(cardo pallottola). Dopo una breve pausa riprendiamo la via del ritorno scendendo a sinistra ed andando a completare il primo anello dell’8. Il percorso, tutto decisamente all’ombra, risulta molto fresco anche nel periodo estivo. Ritroviamo il bivio precedente e questa volta prendiamo a destra continuando a camminare sempre nel bosco al fresco. Giunti all’iniziale trivio ripercorriamo il tratto comune sino a giungere ai mezzi cha avevamo lasciato lungo la strada.

Lunghezza: circa 9 km con solo un breve tratto impegnativo e con un dislivello del tutto agevole.

Giudizio: percorso breve e facile ma ad alto tasso paesaggistico e panoramico. La facilita’ di accesso lo rende praticabile e gradevole in qualunque periodo dell’anno. Il periodo migliore per la fioritura del cisto e del timo è a maggio ma comunque vale la pena in qualunque stagione. In piena estate evitare le ore centrali.

File kmz: https://app.box.com/s/i9mu2cvraaf6p7ouydwa

anello2anello bric colombino

6R

Golfo di Vado/Savona

Castello di Noli e "Semaforo" Capo Noli

Castello di Noli e “Semaforo” Capo Noli

verso Ponente

verso Ponente

panorama

panorama

Golfo di Vado/Savona

Golfo di Vado/Savona

panorama2

panorama2

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13.01.2013 Giro dei Forti di Vado Ligure

 La partenza avviene alle ore 8 da Finale Ligure. Ci dirigiamo in auto in direzione di  Magnone /Tosse percorrendo il tratto iniziale della valle di Calvisio. Prima di giungere a Tosse(sulle alture di Spotorno) imbocchiamo sulla sinistra la bellissima strada asfaltata che costeggia il Bric Colombino dirigendosi verso Oriente. Terminato l’asfalto percorriamo ancora un breve tratto di sterrato con ottimo fondo e nei pressi del grande ripetitore parcheggiamo ed iniziamo la nostra escursione. Cominciamo a scendere piuttosto dolcemente in direzione del Monte Mao e di Vado. Il fondo è ottimo. Tralasciamo via via deviazioni a destra(che scenderebbero a Spotorno) ed a sinistra(che scenderebbero nella Valle di vado) e proseguiamo sempre sull’ampia carrareccia. Superiamo un tratto in cemento al termine del quale sulla destra parte il sentiero che giunge sulla sommita’ di Monte Mao e proseguendo ora in discesa piu’ pronunciata lasciamo sulla nostra sinistra la discarica e gli stormi di gabbiani ormai antropizzati per dirigerci con piu’ decisione verso il mare. Lasciamo sulla nostra sinistra un’ampio spiazzo residuo probabile di una cava ed arriviamo ad un trivio. Da qui si puo’ scendere ancora verso Spotorno e Bergeggi oppure risalire su sentiero la collina o ancora percorrere la strada asfaltata. Prendiamo inizialmente l’asfalto riservandoci il sentiero per il ritorno. Dopo breve tratto su asfalto imbocchiamo sulla nostra destra un sentiero ben evidente e di ottima fattura con gradini di sostegno in legno che si arrampica su per la collina sbucando in breve su bella carrareccia. Seguiamo questa fino a giungere ad un ampio crocevia in cui a destra si scenderebbe a Bergeggi mentre le due strade a sinistra si dirigono entrambe nella direzione voluta. Prendiamo comunque quella piu’ esterna ed in breve giungiamo alla piazzuola di lancio col deltaplano. Sulla sinistra una piccola divagazione ci porta a vedere i resti della polveriera del Forte Sant’Elena saltata in aria nel secolo scorso con effetti devastanti sia sull’abitato di Vado che di Spotorno. Tornati sul percorso originale e dopo esserci fermati ad ammirare lo splendido paesaggio sottostante con l’isola di Bergeggi nonche’ l’abitato ed il panorama verso il Ponente riprendiamo a scendere decisamente su magnifico sentiero sino a giungere al Forte S.Elena utilizzato ancora come abitazione. Ne costeggiamo le mura di difesa e continuiamo a scendere attraversando la sughereta di Bergeggi ridotta nelle dimensioni ma ancora con alcuni begli esemplari di albero.. Ora la vista spazia sulla rada di Vado/Savona col porto e col terminal sia per i containers che per i traghetti. Certo è un paesaggio pseudo-industriale ma visto dall’alto ha anche lui il suo fascino. Scendendo intravediamo i resti del Forte Santo Stefano ormai diroccato che raggiungiamo e costeggiamo sul lato sinistro percorrendo il sentiero che in questo tratto è meno evidente. La scarpata è brulla ed in qualche tratto leggermente esposta per cui è necessario porre un minimo di attenzione. Percorso un breve tratto ecco comparire sotto di noi il Forte San Giacomo che in breve raggiungiamo. E’ questo un forte ancora decisamente ben conservato e che si puo’ totalmente visitare entrandovi da sopra ossia da dove siamo giunti noi. Infatti la porta d’ingresso ufficiale è chiusa. La struttura interna ancora ben conservata permette di percorrere gli spalti, le scalette di accesso e di vedere gli ambienti interni. Il panorama è sempre interessante e la giornata ancora decisamente gradevole fa il resto. Visitata la struttura torniamo sul sentiero che confluisce su una stradina asfaltata che scende verso la sottostante Aurelia proprio all’inizio dell’abitato di Vado. Percorriamo un breve tratto in direzione Savona e poi sulla sinistra imboccando una stradina tra le abitazioni incontriamo il sentiero segnato con una x rossa che riprende a salire dapprima ampio e poi piu’ ridotto e che , con percorso un po’ zigzagante si arrampica sulla collina di fronte alla strada dell’andata. Arrivati sulla sommita’ incontriamo una delle strade citate in precedenza in occasione dell’ampio trivio. Da qui riprendiamo la strada del ritorno percorrendo un tratto gia’ fatto all’andata. Questa volta pero’ anziche’ ridiscendere per il sentiero botanico proseguiamo sulla carrareccia che poi diviene sentiero che scendendo la collina si riporta comunque alla prima serie di incroci incontrati all’andata. Da qui ripercorrendo la strada dell’andata e rimandando ad altra occasione la salita al Monte Mao facciamo ritorno alla macchina.

Lunghezza circa 13.5  km con  400 metri di dislivello. Percorso facile ed adatto a chiunque.

Giudizio: percorso molto panoramico e ricco di riferimenti storici e culturali. Solo un breve tratto a contatto con la discarica ma si passa velocemente. Solitamente ventoso ma molto soleggiato. Decisamente interessante.

panorama1

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panorama2

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polveriera s.elena

polveriera s.elena

bergeggi

bergeggi

forte s.elena

forte s.elena

forte santo stefano

forte santo stefano

forte san giacomo

forte san giacomo

forte san giacomo

forte san giacomo

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Anello Rocche Bianche – Montagna e ritorno via Sentiero dei 5 Ponti

21.04.2012

Partenza alle ore 8 da Finale, con la macchina saliamo sino alle Rocche Bianche passando da Vezzi ed imboccando la carrareccia proprio davanti al Comune. Il primo tratto è asfaltato poi diviene sterrato ma praticabile con un minimo di attenzione anche con un’autovettura. La strada poi incontra quella proveniente da Segno e ritorna asfaltata. Parcheggiamo proprio nello spiazzo antistante il cippo dei partigiani.Ci dirigiamo verso la Colla del Termine percorrendo l’ampia carrareccia. Il fondo malgrado le abbondanti pioggie, in questo tratto è abbastanza compatto e di facile percorrenza.Dopo circa un chilometro sulla destra incontriamo, ben segnalato, il sentiero dei 5 Ponti (segnavia rombo rosso pieno) che percorrendo la valle del Trexenda ci condurra’ sino all’abitato di Montagna. La strada sempre ben compatta inizia a scendere in maniera decisa. La natura stimolata dalle pioggie primaverili è un’esplosione di tutte le tonalita’ di verde. La zona è selvaggia ma la carrareccia è sempre ben pulita ed evidente. Tralasciamo una deviazione a sinistra che condurrebbe ad una cascina sul Poggio e continuiamo a scendere. Incontriamo piccoli rii che dalle pareti della montagna scendono andando a dare il loro contributo al torrente Trexenda che sentiamo scorrere rumoroso piu’ in basso. Scendendo la valle si restringe assumendo un aspetto quasi da foresta pluviale con ricchezza di felci. Notiamo con una certa sorpresa (siamo ormai intorno ai 350 m. di quota) la presenza di piante di lamponi e mirtilli, evidentemente il microareale umido consente loro di scendere cosi’ in basso. Incontriamo quindi in successione i famosi 5 ponti, tutti in legno e di ottima fattura che superano il Trexenda gonfio di acqua. Il paesaggio è simile ad una vallata alpina e la ricchezza di acqua rende il paragone piu’ verosimile. Superato l’ultimo ponte la valle continua a scendere in maniera quasi insensibile verso l’abitato di Montagna incrociando “le ferite” del metanodotto (per la verita’ quasi rimarginate) sempre su fondo ampio e solo leggermente fangoso ma percorribile utilizzando le “spalle” della sede stradale. Giungiamo quindi ad incrociare la strada asfaltata che giunge a Montagna dalla valle di Quiliano e che di dirige a Cervaro. Volendo potremmo imboccarla subito ed iniziare il ritorno, invece preferiamo scendere verso l’abitato ed alla prima curva imboccare sulla destra un sentiero scalinato che con andamento piuttosto ripido ci riporta sulla strada asfaltata citata in precedenza proprio in corrispondenza del cimitero. Seguiamo questa strada che dopo poco diviene sterrata e seguendo il segnavia quadrato rosso pieno ci inoltriamo nuovamente nella valle per il ritorno. La carrareccia è ben percorribile ed il fondo ottimo. Incontriamo alcune colonie di pervinca e lasciate le ultime case di Cervaro entriamo decisamente nella parte piu’ boschiva. La strada alterna tratti piu’ impegnativi ad altri piu’ scorrevoli ma nel complesso non è molto impegnativa. Incontriamo presto una deviazione sulla sinistra che ci condurrebbe alla Rocca dei Corvi ma la tralasciamo e proseguiamo sull’ampia carrareccia che passando sotto il Bric Alpe e la Rocca dei Corvi si dirige nuovamente verso le Rocche Bianche. La strada termina proprio in corrispondenza del parcheggio di partenza.

 Lunghezza circa 16 km con dislivello non eccessivo.

Giudizio: percorso boschivo, suggestivo nel tratto dei ponti, con qualche bella vista verso il mare e verso la frazione di Faia che resta sulla sinistra sulla via del ritorno. Notevoli gli spunti floreali e botanici data la natura selvaggia ed incontaminata della valle. Da fare possibilmente dopo periodi di pioggie per apprezzarne tutta la vitalita’.


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Anello Colla del Termine Baraccone Burot Nocetta Colla del Termine

 Come al solito partenza alle ore 8, rotta Colla del Termine che raggiungiamo passando da Vezzi e prendendo la strada mista asfalto-sterrato per le Rocche Bianche e proseguendo su ampia carrareccia sterrata per Colle del Termine. Il fondo stradale è buono e cosi’ non abbiamo particolari problemi nel trasferimento. Lasciamo la macchina in uno spiazzo e si parte…..la temperatura è particolarmente rigida ed il vento fa la sua parte ma abbiamo fiducia……imbocchiamo subito sulla destra l’Alta Via seguendo la segnaletica che non abbandoneremo piu’ sin nei pressi del Forte di Altare…..la strada inizia a salire abbastanza sensibilmente su fondo compatto in mezzo ad un fitto bosco nel quale cominciano ad intravedersi i primi segnali di risveglio primaverile…..il tratto iniziale rimane molto all’ombra e questo acuisce la sensazione di freddo  ma  il dislivello che superiamo ci aiuta….terminata questa parte in salita il percorso diviene piu’ agevole con tratti in falsopiano ed in breve giungiamo al Forte Baraccone. Breve visita alla struttura, in stato di notevole degrado, e poi ripartiamo sempre seguendo i segnali dell’Alta Via. In pratica la nostra escursione sara’ un periplo del complesso montuoso costituito in sequenza dal Monte Baraccone e dal Monte Burot. Superiamo alcuni bivi in cui restiamo sempre fedeli all’Alta Via sinche’ ad un ulteriore incrocio preferiamo seguire una evidente carrareccia che corre parallelamente all’Alta Via ma piu’ in basso. In pratica sulla nostra sinistra lungo la direzione di marcia corre la valle che da Altare raggiunge Bormida e poi sale verso il Colle del Melogno. Lungo il percorso incontriamo una bellissima “colonia” di Campanella comune (Leucojum nivalis L.)(vedi foto) bellissimi fiori protetti delle nostre montagne. La cosa interessante e che in tutta la restante parte del giro non ne incontreremo piu’ facendo cosi’ pensare che le condizioni per il loro sviluppo risentano in maniera notevole della necessita’ di un microclima particolare. Ora il sole comincia a salire nel cielo ed anche il vento comincia ad essere meno teso e freddo e le nostre mani ringraziano…..ci ricongiungiamo con l’Alta Via e cominciamo a scendere verso Altare superando vari tratti di acquedotti sempre su ampia sterrata sinche’ giungiamo ad uno slargo da cui riusciamo a vedere molto nitidamente le strutture del forte di Altare. Se proseguissimo lungo la strada sin qui seguita scenderemmo al forte appena nominato, invece svoltiamo a dx sempre su una evidente carrareccia in direzione di Roviasca. Ora la parte è molto piu’ illuminata dal sole ed i segni della primavera incipiente sono piu’ evidenti…..proseguiamo cosi’ per circa 1,5 km sinche’ giungiamo ad un bivio nel quale imbocchiamo in salita sulla dx una evidente traccia segnalata da 3 pallini rossi a triangolo. Il tratto iniziale è piuttosto impegnativo ma sempre su fondo compatto. Successivamente il percorso alterna tratti in piano e brevi salite attraversando un paresaggio via via piu’ dolce….gli incontri floreali si fanno piu’ frequenti, merito di una esposizione solare generosa e di un riparo dai freddi venti di tramontana. Giungiamo quindi ad un’ampia conca prativa nei pressi della Cascina Nocetta e proseguiamo su un tratto decisamente impegnativo al cui termine sbuchiamo nuovamente sulla strada dell’andata proprio nei pressi del Forte Baraccone, Non ci resta che ripercorrere un breve tratto dell’Alta Via, gia’ percorsa all’andata, e fare ritorno al parcheggio.

Lunghezza 14,2 km circa

Giudizio: giro boschivo con qualche vista paesaggistica. Interessanti i riferimenti botanici. L’ampia copertura arborea la rende congliabile nei mesi caldi.

forte baracconepanoramaforte baraccone 2

scilla

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campanellina

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Anello della Rocca dei Corvi

Bell’anello di 16 km con partenza  dal parcheggio limitrofo alla sede del Comune di Vezzi. Di fronte al parcheggio si prende subito la strada per le Rocche bianche, inizialmente in asfalto per breve tratto e poi sterrata. Dopo circa 1,5 km si imbocca il sentiero due quadrati rossi vuoti che sostanzialmente ci portera’ sino alla Rocca dei Corvi. Infatti ai successivi bivi bastera’ non perdere di vista il simbolo appena citato. Il tratto è boschivo ed apre splendide viste sul golfo savonese . Si sale ora con buone pendenze ma su tracciato sempre ben evidente e di facile accesso. Terminato il tratto carrareccio il percorso improvvisamente si restringe divenendo un sentiero sempre contrassegnato dai due quadrati rossi vuoti (attenzione a non perderli di vista) sinchè dopo breve tratto si fuoriesce dal bosco ricongiungendosi con l’ampia carrareccia proveniente dalla cascina soprastante “I Gatti”. Ora proseguiamo in cresta godendo di una vista splendida che spazia dal golfo ligure sino alla corona alpina col Monviso che si mostra maestoso. Oltrepassato un’arrugginito traliccio la strada comincia a scendere, svoltiamo a sinistra e continuiamo a scendere su strada sterrata comoda; evitiamo una svolta a sinistra(bloccata da due tronchi incrociati) e proseguiamo sulla strada che ora corre quasi in piano per lungo tratto sin quando riprende a scendere; arriviamo ad un bivio dove svoltiamo a sinistra e perveniamo dopo pochi metri ad un passaggio scavato nella roccia seguito subito dopo da una discesa a scarpata sino ad uno slargo ben evidente. Qui giriamo a destra ed imbocchiamo un sentiero un po’ pietroso che con bel percorso attraversa il bosco (attenzione ad eventuali motociclisti) e scende con maggiore pendenza sinche’ finalmente arriviamo alla confluenza con la bellissima carrareccia marchiata col simbolo quadrato rosso pieno che a destra ci porterebbe a Montagna e che invece imbocchiamo a sinistra per ritornare alle Rocche Bianche. Ora il percorso è facile su fondo compatto, intervallato da qualche breve rampa ma sempre di semplice percorribilita’. La carrareccia termina proprio davanti al monumento ai partigiani delle Rocche Bianche. A questo punto per evitare la strada asfaltata che ci riporterebbe comunque al parcheggio di partenza, imbocchiamo sulla sinistra una sterrata e dopo circa 200 m sulla destra troviamo una deviazione seguendo la quale con percorso nel bosco giungiamo ad incrociare la strada asfaltata che sale da Segno. Attraversata questa subito dopo sulla destra troviamo una brevissima bretella che ci riporta sull’ampia carrareccia che scende a Vezzi e quindi al nostro punto di partenza.

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