sentierando nel Ponente Ligure

Camminare è per sua forma esistere

14.09.2013 Traversata Albenga Andora via M. Bignone, Pisciavino, Santuario M.della Guardia, Colla Micheri.

Confesso che nella preparazione dell’escursione temevo che nella seconda parte mano a mano che ci avvicinava nuovamente al litorale la (ipotetica) notevole antropizzazione togliesse freschezza e spontaneita’ al giro. In realta’ nulla di tutto questo e fatto salvo (come vedremo) due brevi tratti asfaltati il percorso si svolge tutto su splendidi sentieri nel bosco o tra macchia mediterranea e pineta. Ma andiamo con ordine. Prima ancora di iniziare il resoconto mi preme ancora una volta sottolineare l’utilita’ di utilizzare il nostro solito e fedele smartphone accoppiato all’utilissimo programma oruxmaps impostato con percorrenza della traccia, che trovate in fondo alla pagina, come rotta con un allarme a 40 metri. E’ vero spesso la segnaletica è di ottima fattura ma sicuramente in due o tre situazioni il supporto tecnologico ci ha evitato errori di percorso che ci avrebbero fatto uscire dal tracciato preparato in partenza. Detto questo il via avviene circa alle 8 da Albenga imboccando la strada asfaltata in salita che si diparte come traversa  da Via Fratelli Ruffini (per chi non fosse pratico di Albenga la zona è quella dopo il nuovo ponte sul Centa lato occidentale). Si arriva quasi subito ad un bivio in cui a sinistra si imboccherebbe la via Iulia Augusta che corre sul lato mare mentre a destra inizia una carrareccia segnalata da due pallini rossi pieni che ci accompagneranno per un lungo tratto del nostro giro. Imboccata questa ne tagliamo alcune curve come scorciatoia ( se volete potete anche proseguire lungi i due pallini rossi) iniziando a salire piuttosto decisamente giungendo in breve ad un evidente bivio in cui imboccheremo il sentiero a destra (a sinistra arrivereste lo stesso ma preferiamo la strada piu’ diretta). Il sentiero ora percorre un bel bosco aprendo lo sguardo sull’entroterra di Albenga e continuando a salire ora con qualche tratto piu’ deciso ora piu’ leggero. Giungiamo quindi alla sella del Monte Bignone e non saliamo alla croce di vetta ma proseguiamo su un evidente sentiero quasi in falsopiano che si dirige verso le  antenne che si ergono davanti a noi, Il panorama è magnifico e spesso correndo sul crinale apre la vista sia sul mare che sulla conca interna dell’entroterra albenganese. In breve siamo sul Monte Vegliasco o Pisciavino. Qui anziche’ continuare sull’ampia carrareccia che invoglia a farsi percorrere prendiamo invece a destra un sentiero sempre indicato dai due pallini rossi pieni che comincia a scendere facendo stagliare davanti a noi in bella evidenza la sagoma del Santuario della Madonna della Guardia. Il sentiero ad un certo punto termina di scendere nella sella e sbuca sulla strada asfaltata che percorriamo per pochi metri imboccando poi sulla destra un ben segnato sentiero che superando un aperto cancello di accesso ci fa giungere al Santuario “prendendolo alle spalle”. Al santuario facciamo una breve visita ed una prima pausa ristoro seduti al delicato sole di questa fresca mattina di settembre. Dal Santuario prendiamo l’evidente stradina in discesa che si riporta sull’ampio piazzale asfaltato. Qui subito sulla destra ritroviamo il nostro fedele sentiero che iniziando a scendere con direzione Caso e facendo un’ampia circonvoluzione all’interno di una magnifica vegetazione va a sbucare alla sella di Caso (ossia dove inizia il tratto in discesa dell’asfalto per l’abitato di Caso). Percorsi pochi metri in discesa sulla sinistra ritroviamo il nostro fedele sentiero che inerpicandosi in maniera piuttosto ripida sale verso la Torre di Caso, un mulino con funzioni anche di avvistamento, che ormai semidiroccato si erge sulla cima della collinetta. Da qui il sentiero riprende a scendere decisamente con un tratto di percorrenza che funge da crinale tra mare ed entroterra. Sbuchiamo alla Crocetta. Qui imbocchiamo la strada asfaltata che scende ad Alassio e che andrebbe a sbucare nei pressi del campo sportivo, la percorriamo per un tratto di circa 800 metri sino ai ruderi sulla sinistra della chiesetta di San Bernardo. Proprio di fronte alla chiesa sulla destra imbocchiamo una strada in discesa giungendo in breve ad un bivio dove imbocchiamo nuovamente la strada piu’ a destra che scende decisamente su fondo asfaltato ormai deteriorato. Qui nelle vicinanza di una bella villa di recente costruzione svoltiamo a sinistra imboccando uno stretto sentierino non segnato (in questo caso lo smartphone ci ha salvato!!!) che diviene poi piu’ pulito e che con percorso quasi in falsopiano percorre tutta la conca che divide la valle. Il sentiero in questo tratto è davvero gradevole ed anche il paesaggio che pur mostra i segni di un non lontano incendio sembra decisamente in ripresa. Percorsa tutta la conca giungiamo nelle vicinanze del campo sportivo e bucati sull’asfalto cominciamo a scendere verso Colla Micheri. Percorriamo questo tratto asfaltato fino ad una ampia piazzetta dove ci dirigiamo decisamente verso il borgo. Il panorama verso Laigueglia ed oriente è splendido ed anche la giornata non troppo calda lascia l’atmosfera abbastanza limpida. Visitiamo il bel borgo di Colla Micheri dove seduti ad un magnifico sole consumiamo il resto del rifornimento ed utilizziamo anche una fresca fontana nella piazzetta. Il silenzio e la bellezza del luogo ci ricompensano della fatica fatta. Ripartiamo poi scendendo lungo una bella strada lastricata sin dove questa lascia il passo allo sterrato. Qui giungiamo ad un bivio dove imbocchiamo a sinistra e con piacevole attraversamento di un ultimo tratto boschivo giungiamo alle prime case di Andora. Da qui ci dirigiamo verso destra alla Stazione FS. A tal proposito per chi intendesse rifare l’escursione come noi, ricordo che la traccia che trovate qui sotto prevede l’arrivo sino alla stazione e che la stazione di Andora ha solo biglietteria automatica ed è servita solo da treni regionali.

Lunghezza: circa 20 km con qualche tratto impegnativo ma nel complesso il dislivello totale non è elevato.

 

Giudizio: percorso davvero magnifico pieno di spunti panoramici, storici, nonche’ ambienti naturali davvero gradevoli. Escursione da fare. La lunghezza non deve spaventare perche’ sono presenti anche lunghi tratti in falsopiano.

 

Traccia Google Earth kmz: https://app.box.com/s/v1o3zpxn51knv0x75449

pecorso e mappe di riferimento:

percorsoImage 1Image 2

Colla Micheri

Colla Micheri

Laigueglia da Colla Micheri

Laigueglia da Colla Micheri

Torre Caso

Torre Caso

Villanova ed entroterra di Albenga

Villanova ed entroterra di Albenga

 

 

 

 

 

 

 

Santuario Madonna della Guardia

Santuario Madonna della Guardia

panorama

panorama

Gallinara salendo al M.Bignone

Gallinara salendo al M.Bignone

panorama

panorama

Lascia un commento »

13.04.2013 Anello Albenga Alassio Monte Bignone Albenga

Dal casello autostradale di Albenga si raggiunge il centro di Albenga, si attraversa il fiume Centa su via Piave ed alla rotonda si imbocca a ds via S.Calocero.Dopo poco si devia a sinistra imboccando il segnavia quadrato rosso vuoto che altri non è che un tratto della via Iulia Augusta. Il percorso si snoda costeggiando la sottostante via aurelia ed avendo sempre sullo sfondo la sagoma dell’isola Gallinara. La giornata, dopo un lunghissimo e piovoso inverno, è finalmente da “Liguria” e rende giusta cornice al paesaggio. Il percorso, che attraversa un territorio ormai antropizzato, è facile e gradevole alternando tratti piu’ sentierosi a tratti di carrareccia. Il dislivello e’ poco pronunciato e cosi’ in men che non si dica  superiamo la bellissima chiesetta di Sant’Anna ed arriviamo a Santa Croce ed al belvedere. Breve sosta per ammirare il panorama e poi dopo circa 50 metri di asfalto ci si inerpica a destra su ripido sentiero che riporta l’indicazione Monte Bignone e contrassegnato da un pallino rosso pieno. Questo tratto è decisamente impegnativo e la vista comincia a spaziare sia verso oriente e ancor di piu’ verso occidente offrendo un punto di vista diverso di Alassio e della sua baia.Giungiamo quindi ad un evidente trivio in cui se proseguissimo dritti saliremmo per ripido sentiero al Monte Bignone, invece prendiamo a sinistra percorrendo un tratto di collegamento alla Baia del Sole che sale piu’ dolcemente e che sempre attraverso un paesaggio un po’ roccioso ci conduce alla sella del monte Bignone. Qui nei pressi di un traliccio effettuiamo una breve pausa dopodiche’ iniziamo la discesa imboccando il sentiero con l’indicazione per la Fonte Carbonara e con il contrassegno di due croci rosse piene. Il sentiero è gradevolissimo ed alterna tratti piu’ ripidi ad altri quasi in falsopiano offrendo bei panorami anche sulla piana di Albenga e sulle torri dell’omonima citta’. Confluiamo poi sul sentiero contrassegnato da due pallini rossi pieni e con un ultimo tratto piu’ ripido ci ricongiungiamo col  percorso iniziale completando cosi’ l’anello.

Lunghezza: circa 10.5 km con solo un tratto impegnativo ma di breve durata.

 

Giudizio: percorso facile e divertente con bei panorami e qualche resto di antiche vestigia. Adatto a tutti per una escursione di breve durata e non troppo impegnativa.

file google earth: https://www.box.com/s/zg4j4tu8fdesvc73uf5b

pannello itinerari escursionistici: https://www.box.com/s/6ogh66q2hxnl5hbkute8

percorsoaltimetria

Lascia un commento »

06.10.2012 Borghetto S.S., Monte Acuto, Poggio Grande, Bergalla.

L’escursione è organizzata con avvicinamento a Borghetto in autovettura e ritorno utilizzando la Linea 80 della TPL con percorso da Bergalla a Borghetto S.S..

 Partenza ore 7.45 da Finale L. e rapido avvicinamento a Borghetto con parcheggio nell’ampio spiazzo riservato al mercato che oggi essendo sabato non si svolge. Ci procuriamo immediatamente i biglietti dell’autobus per il ritorno (linea 80 TPL al costo di 2,10 euro) e ci avviamo per l’inizio “ufficiale” del giro. All’uscita del borgo di Borghetto in direzione Imperia, proprio nel punto di immissione sull’Aurelia imbocchiamo un evidente scalinata segnalata da apposita cartellonistica sentieristica indicante la direzione per Monte Acuto. La pendenza è subito impegnativa ed il sentiero attraversa una pineta venendo in contatto con le mura che circondano il Castello Borelli(evidente anche dalla via Aurelia) ed inoltrandosi sempre piu’ sulle pendici del Monte Piccaro(alt. 281 m.). Passiamo vicino ai ripetitori ed iniziamo ad inerpicarci verso il Monte Croce. La natura è aspra ed il profumo di timo ed altre erbe aromatiche è piacevolmente forte. Lo sguardo comincia ad allargarsi da una parte verso oriente giungendo sino ad individuare Punta Crena nelle vicinanze di Varigotti mentre verso occidente compare tutta la piana di Albenga con la sagoma evidente dell’isola Gallinara. Continuiamo a salire sempre su percorso ben evidente ed impegnativo sino a giungere ai piedi della ripidissima erta che giunge in vetta al Monte Croce (alt. 541 m.). In questo punto sulla sinistra si diparte un sentiero che consente di aggirare il Monte Croce. Il sottoscritto utilizza questa possibilita’ mentre il resto del gruppo preferisce affrontare la dura salita sino in vetta. Riunitomi al gruppo che nel frattempo ha completato la scalata e la successiva altrettanto ripida discesa, riprendiamo a salire verso Monte Acuto. Man mano che si sale il panorama diviene sempre piu’ affascinante arricchito ulteriormente da giochi di luce provocati dai raggi solari che filtrano tra le nuvole. Giungiamo quindi in vetta al Monte Acuto (alt. 748 m.) con la bella croce di vetta e scendiamo brevemente verso la Sella di Monte Acuto; incontriamo varie caselle utilizzate dai pastori come ricovero per se e per gli attrezzi e tra tratti in discesa e nuove risalite ci dirigiamo verso il Santuario di Monte Croce. Il percorso in questo tratto è davvero godibile con passaggi tra roccette e tratti piu’ boschivi. Dopo un ultimo tratto abbastanza impegnativo giungiamo proprio sotto la strada interna al perimetro del santuario di Monte Croce.  Proprio di fronte all’uscita(ingresso) al santuario, ben indicato, si diparte un sentiero decisamente ripido che in breve ci condurra’ in cima al Poggio Grande (alt. 813 m.) consentendoci di visitare l’omonimo forte. E’ questi una struttura del 1897 recentemente ristrutturato ed adibito a rifugio(almeno cosi’ dicevano le indicazioni). Faceva parte di una serie di forti e fortificazioni con funzioni di difesa da occidente. Facciamo una pausa ristoro qui e poi torniamo sui nostri passi riscendendo sulla strada carrareccia che conduce al Santuario. In realta’ esisterebbe anche il modo per risparmiare un tratto scendendo sulla medesima carrareccia circa 1 km piu’ in direzione di Balestrino ma tant’è preferiamo non rischiare. Tornati quindi sull’ampia sede stradale ci dirigiamo verso Balestrino utilizzando quindi prima il tratto sterrato e poi,dal valico Croce di Tornassa,  il tratto asfaltato che scende verso Borghetto. Dopo circa 2,5 km giungiamo all’abitato di Bergalla dove attendiamo (ore 13.55) l’arrivo dell’autobus che ci ricondurra’ a Borghetto e quindi all’auto.

Lunghezza: circa 15 km con piu’ di 1000 m. di dislivello. Il percorso è impegnativo ma è intervallato da tratti piu’ facili.

 

Giudizio: percorso decisamente affascinante. Il panorama è davvero fantastico ed i profumi ed i colori della Liguria fanno il resto. Interessante la visita al Forte.

        

Lascia un commento »

Bezzo di Arnasco Castell’Ermo e ritorno

28.04.2012

A differenza del programma iniziale decidiamo poi di partire da Bezzo e non da Conscente per risparmiare un po’ di strada ed un po’ di dislivello. La scelta si rivelera’ poi azzeccata vista la lunghezza e la difficolta’ del percorso. Quindi partenza ore 7.45 e direzione Arnasco nel punto in cui la strada proveniente da Conscente si ricongiunge a quella per Arnasco proveniente dalla Valle Arroscia. Parcheggio comodo all’ingresso dell’abitato. Si attraversa subito in salita il piccolo paesino si svolta a dx ancora su asfalto che ben presto diviene sterrato. Il primo segnavia da seguire è due quadrati rossi pieni. Dopo circa 500 metri sulla sx si diparte una carrareccia molto sassosa segnalata come percorso equestre. Sara’ la nostra traccia sino a S.Martino. La pendenza è subito notevole ed in breve guadagniamo quota. Il paesaggio è aspro e sassoso ingentilito da una copiosa fioritura di cisto. Superata questa prima parte abbastanza faticosa la strada diviene quasi in piano ed arriviamo dopo poco al Forte Liverna’ . Il Forte di Rocca Livernà faceva parte dello sbarramento fortificato di Zuccarello, voluto dalla Commissione per la difesa dell’Italia fra il 1881 e il 1897, al fine di arginare l’avanzata delle truppe nemiche attraverso la strada Albenga – Garessio. Tutti i forti vennero disarmati durante la grande guerra e riutilizzati nuovamente fra il 1940 e il 1945 per ospitare postazioni di artiglieria a difesa della linea costiera. Dopo una visita ai resti ed alla bella vista sulla vallata di Martinetto godibile da qui, riprendiamo il nostro percorso che con andamento a tornanti in salita leggera ci conduce ad un trivio. Siamo arrivati a S.Martino. Se prendessimo la prima deviazione a dx scenderemmo alla cava di Martinetto, se invece prendessimo la deviazione piu’ a sx scenderemmo a Menosio invece imbocchiamo la carrareccia che col segnale triangolo rosso vuoto comincia subito a salire in meniera sensibile. Il fondo è sassoso ma ben percorribile(si rivelera’ piu’ fastidioso al ritorno) e con una serie di lunghi tornanti risale le pendici della montagna. Il panorama è bellissimo sulla sottostante Valle Arroscia e sullo sfondo alpino di vette ancora ampiamente innevate. Recuperiamo un po’ di falsopiano solo in coincidenza di una cenghia erbosa dove una mandria di mucche pascola direi beatamente. Qui incontriamo un bivio che permette di scegliere se salire sul Monte Nero dalla cima arrotondata o evitarlo passando alla sua base. Decidiamo di salire cosicche’ il percorso diviene nuovamente impegnativo e sempre seguendo il segnavia triangolo rosso vuoto raggiungiamo la cima che in realta’ è uno spiazzo erboso segnalato solo da un gruppo di pietre con una scritta. Breve sosta e poi in discesa in direzione di San Calocero. Superata una sella erbosa si risale ed in breve si raggiunge la chiesetta . Breve pausa  per bere e mangiare e poi con un ultimo sforzo ci dirigiamo verso il Castell’Ermo. Data la lunghezza del percorso e l’ora gia’ avanzata decidiamo di provare subito a cercare il modo di giungere davanti ai meravigliosi torrioni del Circo du Barei. Il tentativo era gia’ stato effettuato circa un mese fa ma la giornata nebbiosa aveva vanificato l’obiettivo. Ci riproviamo questa volta con migliore possibilita’ di orientamento ma niente da fare…..dopo varie prove con molto dispiacere rinunciamo non prima di esserci ripromessi di fare un terzo tentativo magari arrivando in macchina alla Colla d’Onzo e potendo cosi’ fruire di molto piu’ tempo. Comunque la vista dall’alto dei torrioni ci ricompensa gia’ abbastanza della fatica. Riprendiamo quindi la strada del ritorno ed arrivati alle pendici del Monte Nero il gruppo si divide: una parte risale nuovamente sulla vetta mentre l’altra imbocca un sentiero con segnavia due croci rosse che bypassando la salita al Monte Nero lo percorre alla base e con andamento veramente magnifico sulla sottostante Valle Arroscia e sulla successione di paesi che la popolano si riporta alla traccia triangolo rosso vuoto nelle vicinanze del pascolo di mucche di cui sopra. Nel ritorno abbiamo l’opportunita’ di vedere meglio i torrioni che fanno parte del cosiddetto “Giardino di Monte Nero” ai quali dedichiamo la giusta attenzione. Inoltre scendendo si ha la possibilita’ di vedere il paesaggio con un’altra angolatura rispetto alla via d’andata. Per esempio la Rocca Liverna’ si staglia davvero imponente e bellissima sullo sfondo della Piana di Albenga. Continuiamo quindi a scendere sulla sassosa carrareccia denominata “Strada del Forte” e graziati da una velatura del cielo che ci risparmia dal feroce sole della giornata(temp. di 28°!!!) facciamo ritorno al parcheggio di partenza.

Lunghezza circa 20 km con un dislivello complessivo superiore ai mille metri (Bezzo alt. 245 m. Castell’Ermo 1090 m.)

Giudizio: percorso magnifico con viste panoramiche mozzafiato  sulla Valle Arroscia. Bella la digressione storica al Forte nonche’ la fioritura di cisto ed intorno ai mille metri di genziana. Splendidi ed affascinanti i Torrioni. Escursione a 5 stelle da fare assolutamente con l’unica accortezza di evitare giornate troppo calde e soleggiate che sul terreno esposto e sassoso potrebbero risultare troppo faticose.

Qui sotto un quadro di riferimento. Quelle nominate uno e due sono in realta’ due pezzi di una stessa mappa sovrapponibili ai bordi.
 
Lascia un commento »

Castell’Ermo da Borgo di Nasino

31.03.2012

Partenza anticipata alle 7.30 per raggiungere abbastanza presto il luogo di partenza. Gruppo composto da sei partecipanti. Ci dirigiamo verso Albenga da dove successivamente imboccando la strada che si dirige verso Caprauna raggiungiamo Nasino. Qui svoltiamo a sx su un evidente ponte con indicazioni Borgo e parcheggiamo le macchine lungo il lato della strada( lo spazio è poco). Il percorso inizia subito con rampe in pietra per attraversare il piccolo borgo. Ci viene incontro un simpatico cane che dopo aver fatto amicizia col gruppo ci accompagnera’ per tutta l’escursione ( segnalando anche le giuste deviazioni!!!). Dopo un ripido tratto iniziale si attraversa una zona quasi piana tra alberi di olivo sino a giungere all’attraversamento di un rio. Da qui il sentiero inizia a salire piuttosto sensibilmente con andamento zigzagante attraverso un bel bosco. Lungo i bordi ricchissima la presenza di primule gialle e di erba triloba ( con rara presenza di fiori bianchi) nonche’ di bucaneve a ricordarci che anche qui l’inverno ha alzato bandiera bianca. Purtroppo il clima di partenza non è il massimo con una fitta coltre di nubi basse da umidita’ che ci avvolge togliendoci anche la possibilita’ di avere la vista sui monti circostanti. Confidiamo pero’ in un regalo per la tarda mattinata. Continuiamo cosi’ a salire per facile sentiero sinche’ in corrispondenza di uno slargo la traccia si allarga divenendo una carrareccia che sale con pendenza sensibile sempre accompagnata ai bordi da una meravigliosa fioritura giallo viola blu. Dopo questo tratto ripido la strada diviene quasi in piano sino a giungere alla Colla d’Onzo. In questo punto vi è la confluenza di parecchie tracce(una giunge da Curenna salendo dal versante sud); noi imbocchiamo sulla sinistra una traccia che contrassegnata dal triangolo rosso si inoltra in salita nel bosco. Il fondo è compatto e la marcia spedita. Dopo breve tratto la strada diviene acciottolata e si inerpica con sensibile pendenza. Stiamo per giungere alla chiesetta di San Calogero. Infatti, dopo un ultima curva, giungiamo nel prato antistante la costruzione. Purtroppo lo strato di nuvole che ci accompagna dal mattino ci impedisce di apprezzare il panorama che tutti i visitatori piu’ fortunati di noi hanno cosi’ ampiamente magnificato. Nel contempo pero’ i primi raggi di sole che cominciano a mostrarsi ci rincuorano per il resto dell’escursione. Facciamo una pausa (dando il giusto premio sotto forma di cioccolata al nostro amico a quattro zampe che cosi’ allegramente ci ha accompagnato) e poi dal praticello nel retro della chiesa imbocchiamo il sentiero per giungere sulla cima di Castell’Ermo. In realta’ le cime sono due separate da una piccola valletta. Le raggiungiamo entrambe e qui finalmente le divinita’ che presiedono alle mutevolezze del tempo ci fanno il regalo piu’ bello facendo comparire un magnifico sole. Lo spettacolo è superbo con la coltre di nuvole sotto di noi e le vette circostanti(Galero, Antoroto, Pizzo d’Ormea) illuminate e svettanti. La ricompensa per la fatica l’abbiamo gia’ avuta ora vorremmo sperare in qualcosa di piu’ per poter ammirare i torrioni del Circo del Barei. Purtroppo la coltre di nuvole si trova proprio alla stessa altezza dei torrioni e cosi’ la loro vista ci è preclusa. Malgrado questo proviamo a raggiungerli percorrendo labili tracce che riscendendo dalla vetta compaiono alla nostra destra. Il percorso di avvicinamento procede senza grosse difficolta’ sinche’ giunti ad un pianoro roccioso quasi a contatto con le strutture di roccia decidiamo di rinunciare perche’ la nebbia è fitta e quindi lo sforzo sarebbe inutile. Ci riproponiamo di tornare in una giornata limpida. Imbocchiamo quindi la via del ritorno che avviene per la stessa strada dell’andata. Il nostro amico a quattro zampe ci segue ed a fondo valle trova pronta una ciotola di cibo che i padroni gli hanno preparato spiegandoci la sua abitudine di accompagnare gli escursionisti sino in cima per poi concedersi il giusto riposo pomeridiano!

Lunghezza 11 km circa(con digressione Circo du Barei(parziale)) con un dislivello di circa 760 m.

Giudizio: Percorso facile anche se con pendenze impegnative. Bellissimi gli scorci panoramici e notevoli gli aspetti botanici e floreali. Da effettuare assolutamente in giornata limpida per non perdere i panorami ed il bellissimo Circo du Barei.

1 Commento »

Anello Madonna del Lago Monte Dubasso Colle San Bartolomeo d’Ormea Madonna del Lago

24.03.2012

La partenza viene anticipata alle ore 7.30 perche’ il punto di partenza dell’escursione si trova a circa 48 km di distanza. La nostra meta è Alto, il comune piu’ a sud della provincia di Cuneo, bellissimo paesino della Val Pennavaire. Superato il piccolo borgo saliamo ancora in macchina per un breve tratto in direzione di Caprauna e poi, subito dopo una fontana sul bordo della strada, giriamo a dx e saliamo verso Madonna del Lago. Subito dopo l’edificio religioso sulla dx vi è un ampio parcheggio che fa per noi. Siamo a circa 1000 m. di altezza ed il luogo è magnifico. La giornata è splendida con un cielo solcato da bianche nuvole affatto minacciose. La temperatura è gradevolissima ed anticipa gia’ il caldo che troveremo salendo(complice la pendenza). Percorriamo ancora un tratto di asfalto, superiamo un evidente bivio con una strada in cemento(che percorreremo al ritorno) e ci inoltriamo nel bosco. Fin da subito il paesaggio è magnifico col Galero che ci sta davanti e la rocca Asperiosa che mostra i suoi torrioni e le sue bellissime formazioni rocciose. Dopo breve tratto i primi magnifici incontri con un dente di cane gia’ fiorito ed i primi crochi. Il fascino del luogo è qualcosa che si avverte sulla pelle e tutto il gruppo avverte quasi la sacralita’ di tanta bellezza. Ci inoltriamo vieppiu’ nel bosco sinche’ dopo breve tratto svoltiamo a sinistra su sentiero in ripida pendenza segnalato da un triangolo rosso pieno. La segnaletica appare rifatta di fresco per cui questo passaggio, spesso descritto come insidioso per la possibilita’ di errori, non presenta nessun problema, cmq un po’ di attenzione non guasta. In pratica seguiremo il triangolo rosso sin sulla vetta del Dubasso. Il sentiero comincia a salire in maniera davvero decisa ed il tratto è veramente impegnativo.Il paesaggio è davvero fantastico ed aiuta nella faticosa ascesa. Quando giungiamo intorno alla quota di 1400 m. arriviamo ad una svolta a sx nella quale il nostro triangolo rosso ci fa da guida sicura ma è davvero necessario prestare la massima attenzione per non sbagliare. L’ultimo tratto è veramente impegnativo con pendenza da “capre” (che incontreremo davvero!) e attraversamento di una pietraia con qualche tratto sconnesso. Finalmente con un ultimo sforzo giungiamo in vetta. Il panorama è strepitoso e la fatica ampiamente ripagata. Facciamo qualche foto a fianco della croce di vetta e ci rifocilliamo un po’ dopodiche’, complice un venticello pericoloso per il nostro sudore, decidiamo di ripartire dirigendoci verso il Colle San Bartolomeo d’Ormea. La discesa è in pratica un pianoro prativo a scarsa pendenza che tra crochi e pini nani ci conduce al Colle appena citato. I luoghi ed i monti circostanti sono davvero emozionanti e ci sentiamo davvero bene come se(ma è proprio cosi’!) la nostra dimensione trovasse in quella sede la sua massima espressione. Ora il progetto originale avrebbe previsto una deviazione a dx e l’intrapresa della carrareccia verso l’Armetta ma forse avevamo sottovalutato i tempi di percorrenza e cosi’ decidiamo di lasciare l’ascesa all’Armetta ad un prossimo giro con partenza da Caprauna. Percorriamo cmq un tratto dell’ampia carrareccia in direzione di Caprauna sino all’inizio del tratto in cemento dove, approfittando di uno spiazzo erboso, facciamo sosta. Ripresa la via del ritorno ripercorriamo a ritroso la strada fin nei pressi del Colle S.Bartolomeo subito prima del quale sulla destra prendiamo una traccia che si dirige in discesa attraversando la conca prativa in cui si vede nettamente una vasca a superficie di raccolta dell’acqua. La superiamo sulla sinistra e ci ricongiungiamo con l’evidente carrareccia che sarebbe la nostra strada di ritorno. Dico sarebbe perche’ dopo breve tratto prendiamo sulla sinistra una evidente traccia che correndo quasi in piano nel bosco si dirige verso sud. In questo tratto incontriamo, proprio nei pressi di una magnifica casa di pietra abbandonata, una folta colonia di Scilla Silvestre e i primi fiori di genziana dal magnifico colore. Proseguendo giungiamo davanti ad un ripetitore dall’alto traliccio. Subito dopo la costruzione inizia un ripido sentiero, evidentemente percorso dagli animali al pascolo, che si precipita verso la Rocca Asperiosa e quindi verso il fondovalle in cui in lontananza si intravede prima la chiesetta della Madonna del lago e ancor piu’ in basso Alto. La digressione, rispetto alla carrareccia prevista, si dimostra veramente fantastica con un paesaggio fatto di aspre roccie e boschi di conifere. Continuiamo a scendere sempre su evidente sentiero  e compiamo un’altra digressione visitando il monumento commemorativo del partigiano Felice Cascione, il medico che compose il famoso brano “Fischia il vento” divenuto l’inno delle brigate partigiane nel Nord Italia. Riprendiamo quindi la discesa riportandoci sull’iniziale sentierino e quindi con un ultimo tratto in discesa sulla originale carrareccia che con facile percorso a scendere ci riporta al parcheggio di partenza.

Lunghezza(comprese le digressioni) circa 12 km

Giudizio: percorso col tratto in salita davvero impegnativo ma con scorci panoramici fantastici. Davvero interessanti i riferimenti botanici e floreali(ed eravamo solo al 24 marzo!). Da fare assolutamente(aprile inoltrato e maggio sarebbero l’optimum).

Lascia un commento »